Casa ordinata: Avere una casa sempre in ordine è un simulacro di perfezione forzato e irreale, gli adulti lo costruiscono per apparire esternamente e formalmente perfetti.
conta per fare selfie e videochiamate a prova di critica; conta perché nello splendore della perfezione materiale si cerca la pace interiore conta perché ci inganna facendoci sentire meno fragili e meno vulnerabili.
Lo sapevi che avere una casa sempre ordinata è triste?
Cortella afferma che la vita reale è fatta di caos: avere una casa; sempre in ordine è una menzogna pro forma, una bugia dentro la quelle nascondiamo le nostre emozioni.
Una casa vera è fatta di molti “fuori posto”, come la giacca sulla spalliera; della sedia e questi nei non sono peccati, ma, piuttosto, fisiologici cedimenti all’imperfetto (perchè il perfetto non esiste). In questo senso il disordine è una dimostrazione di verità.
L’altra faccia della medaglia è che il disordine c’ è
– nella misura in cui sia “un po’ di disordine” – qualcosa di fisiologico; umano e persino buono: è la dimostrazione che nessuno può essere perfetto e che l’imperfezione non è in sè una debolezza.
Seguendo il ragionamento di Cortella, per educare figli felici; del proprio ambiente domestico, a loro agio al suo interno e liberi di non apparire imperfetti, dovremmo, noi per primi, cedere all’ammissione delle nostre debolezze e non ricercare la perfezione ad ogni costo, in primis nella casa.
Ovviamente ciò dovrebbe renderci esenti anche dalla critica alla altrui pulizia: ma chi non ha mai criticato la foto social postata da un ambiente non perfettamente ordinato?
avere una casa sempre ordinata
MARIO SERGIO CORTELLA PARTE DALL’ESEMPIO DELL’ AVERE UNA CASA SEMPRE ORDINATA PER ARRIVARE ALL’ASPIRAZIONE AL BELLO ASSOLUTO, CHE ESSO NON ESISTE
Fattivamente nell’accettazione delle imperfezioni c’è anche una costante ricerca della felicità, laddove, questa ricerca della gioia, è sempre stata e sarà sempre un problema e un dilemma umano.
Educare i figli all’ordine è importante, ma in ciò che Cortella dice risiede una grande verità: educarli a non sentirsi obbligati ad essere troppo ordinati è ancora più determinante.