L’insonnia può avere diverse cause : stress, preoccupazioni e disturbi del sonno sono tra questi. Le sue conseguenze, tuttavia, sono molto chiare: mancanza di energia durante il giorno e basso reddito sul lavoro o studi. Il trattamento, anche se spesso ha bisogno di essere medicato, può contare su miscele naturali come ausiliari.
Secondo la nutrizionista Monica Dalmacio, coordinatrice del corso di nutrizione presso l’Università di Anhanguera, Niterói (RJ), prendere il tè che combatte l’insonnia prima di andare a dormire – tra 1 ora e 30 minuti – può essere un’ottima alternativa alla fine o almeno attenuare il problema.
“È molto semplice. Basta mescolare una bustina di camomilla, una di finocchio e un’altra di citronella e metterla in acqua bollente.
Se necessario, zucchero con pochissimo zucchero “, raccomanda. In molti casi l’insonnia evolve parallelamente alla condizione che la ha innescata e può essere transitoria, ricorrente o di lunga durata (G. Coccagna., 2000). In non pochi casi si presenta come un disturbo cronico senza apparenti connessioni con le condizioni che ne hanno determinato l’esordio o addirittura senza che sia possibile identificare evidenti elementi causali.
Una volta che si è stabilita,
l’insonnia cambia il modo di vivere dei pazienti e determina, sia in loro che negli altri, reazioni che possono contribuire al mantenimento del disturbo.
Come per ogni affezione cronica, anche per l’insonnia è quindi scorretto prendere in considerazione unicamente la malattia e attribuire tutta la sintomatologia ai fattori che l’anno innescata.
Quando un’insonnia diventa cronica, è in gioco una complessa interazione di fattori che vanno al di là di quelli originariamente responsabili del disturbo (Lungaresi E., 2005; G. Coccagna., 2000; Sudhansu Chokroverty., 2000).
L’insonnia non è una malattia, ma è un sintomo di svaria
te condizioni patologiche psichiche o fisiche, oppure di alterati equilibri situazionali o ambientali (Sudhansu Chokroverty., 2000).
Essa viene frequentemente percepita dal paziente come un disturbo primario, a causa del suo notevole impatto esistenziale e a causa della difficoltà di riconoscimento della vera patologia primaria che essa sottende.
I parametri polisonnografici evidenziano che negli insonni il tempo di addormentamento è in generale aumentato indipendentemente dall’età, mentre il
numero dei risvegli non sembra essere particolarmente influenzato dall’insonnia.
Tale osservazione induce ad interpretare la difficoltà ad iniziare il Sonno come il disturbo primario dell’insonnia dal momento che esso è in primo piano sia all’inizio del Sonno sia in occasione dei risvegli durante la notte (Bergonzi P. et Al., 1992; Ferri R., 1996).
Il tempo totale di veglia degli insonni sembra influenzato dall’età, analogamente a quello dei normali.