Vivere (e invecchiare) tra amici. Il co-housing è una nuova formula abitativa, in cui ogni nucleo familiare ha un proprio alloggio individuale e spazi comuni con i vicini (lavanderia, palestra, cucine, sale svago), fino a circa 20-40 appartamenti coinvolti.
La nuova organizzazione residenziale punta a recuperare i valori di solidarietà e collaborazione reciproca tra persone che vivono a pochi metri di distanza le une dalle altre.
Vivere (e invecchiare) tra amici.
In più, condividendo spazi e servizi in maniera collettiva, si ottengono notevoli risparmi dal punto di vista sia economico che ambientale.
Fenomeno sempre più di tendenza negli Stati Uniti e in Europa, ora sta prendendo piede anche in Italia. E a trarne beneficio sono tutti i membri di una qualsiasi famiglia, a partire dalle persone più anziane.
Nato tra Olanda e Danimarca negli anni ’70; inizialmente il modello di co-housing era pensato soprattutto per venire incontro alle esigenze delle giovani famiglie: prevedeva infatti un’abitazione ad uso privato gestita dal singolo nucleo familiare e una serie di attività (lavori di casa, educazione dei figli) condivise.
Esportato in Germania, Svezia e poi anche in Canada e negli Stati Uniti; questo modello ha subito un’evoluzione con l’invecchiamento dei suoi promotori originari; che si sono resi conto con il trascorrere degli anni di poterlo riproporre anche in versione “senior”; creando piccole comunità di persone anziane con situazioni personali simili.
Per le persone anziane si tratta di una importante novità: invecchiare con gli amici
In molti casi trascorrono gli anni della vecchiaia in solitudine o in strutture specificamente riservate alla terza età. Il co-housing è però tutt’altro che un senior resort. Si basa infatti non sul concetto di assistenza, ma su semplici e sani rapporti di buon vicinato.
Chi invecchiando teme di trasformarsi in “un peso per i figli” si troverà in una realtà profondamente diversa: il co-housing prevede infatti una rete sociale in cui l’invecchiamento è attivo; in cui è possibile divertirsi insieme e attivare progetti comuni; trascorrendo il proprio tempo in compagnia con la possibilità di “invecchiare tra amici”.
Vivere Il co-housing non è però concepito solo per le esigenze degli anziani, ma per creare comunità di vicini di casa di tutte le età; che vivono in condivisione; armonia e soprattutto amicizia. Il modello rifugge infatti apertamente strutture gerarchiche tra inquilini: sono tutti di pari livello, hanno origini e storie personali completamente diverse gli uni dagli altri e si uniscono tra loro senza principi ideologici alle spalle. E anche l’Italia si sta muovendo in tal senso.
Nel nostro Paese tra le prime realtà territoriali ad accettare il modello va menzionato il Comune di Trento, che il 2 maggio 2016 ha approvato in consiglio comunale di voler “sperimentare e promuovere i progetti di coabitazione solidale, o co-housing”.
I motivi furono spiegati in una nota: “Il Trentino è un territorio in cui tradizione e innovazione si mescolano costantemente.
La pratica del co-housing attualizza due caratteristiche centrali della nostra tradizione, cooperazione e cura per il territorio“.
Invecchiare con gli amici!
Del resto nella vicina Bolzano è partito un co-housing destinato ai giovani fra i 18 e 35 anni di età: si chiama “Mi impegno & Prendo casa” e intende aiutare chi vuole avviare attività in proprio uscendo dalla casa dei genitori. A Milano ci sono invece “Pomaseiuno” e “COventidue”: il primo è un complesso di appartamenti che dispongono di uno staff che ricalca quello di un albergo, il secondo unisce 57 appartamenti in una struttura all’avanguardia dal punto di vista energetico e che punta sul raggiungimento di alti livelli di comfort, vivibilità e socialità tra vicini.
Torino e Bologna hanno invece dato vita a due progetti di riqualificazione urbana, a Forlì sono state edificate villette in condivisione per 18 famiglie; a Lucca c’è un progetto per una corte di nuova concezione e a Ferrara il co-housing San Giorgio ha già vinto un premio internazionale.
Il ‘Green Building Solutions Awards’. “Ampliacasa” è invece un progetto voluto dall’associazione femminile Acisjf per venire incontro alle esigenze di giovani donne in difficoltà: sorgerà in Calabria; Sicilia e Sardegna per dare un alloggio a ragazze fragili o con pochi mezzi economici.
Con l’obiettivo di aiutarle ad acquisire o conservare una propria autonomia.
Anziani o giovani donne, insomma, sono al centro di nuovi progetti per vivere meglio, nella propria casa ma in un contesto che li faccia sentire sereni, coccolati, comodi. E soprattutto non li faccia più sentire soli.